enrica rossi

La tua Vita, il posto migliore dove Essere!

Tag: riflessione

Filastrocca dei mutamenti

“Aiuto sto cambiando!” disse il ghiaccio

“Sto diventando acqua, come faccio?”

Acqua che fugge col suo gocciolìo!

Ci sono gocce, non ci sono io!”

Ma il sole disse: “Calma i tuoi pensieri

Il mondo cambia, sotto i raggi miei

Tu tieniti ben stretto a ciò che eri

E poi lasciati andare a ciò che sei”

Quel ghiaccio diventò un fiume d’argento

Non ebbe più paura di cambiare

E un giorno disse: “Il sale che io sento

Mi dice che sto diventando mare

E mare sia. Perché ho capito adesso

Non cambio in qualcos’altro, ma in me stesso”

Bruno Tognolini

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foto di Elena Mel

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Filastrocca del sorriso

Il tuo vero sorriso
Sul teatro del viso
Non lo fanno i tuoi denti
Ma la gioia che senti
Ha un colore preciso
Un suo muto clamore
Il tuo vero sorriso
È un applauso del cuore

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foto di Elena Mel

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Il Decluttering

A qualcuno sarà capitato di entrare in alcune case e di vedere mensole e ripiani pieni di carte, documenti, libri, soprammobili, opuscoli, chiavi ect.?
O di volersi sedere e trovarsi davanti a sedie sul cui schienale sono appoggiati in ordine sparso ad esempio maglie, felpe o sulla cui seduta magari sono appoggiati i panni da stirare ammucchiati?
Ed ancora ad altri sarà capitato di inciampare in cartelle e zaini sparsi qui e lì nell’ingresso oppure di entrare in camere in cui vi è solo lo spazio minimo per arrivare al letto mentre tutto il resto è occupato da una parte del contenuto dell’armadio?
Forse sì!
Ebbene queste case sono abitazioni in cui il clutter è entrato e la fa da padrone!
Si, il clutter, parola inglese che significa confusione, disordine, accozzaglia di oggetti che può diventare patologia quando si trasforma in disposofobia che porta al riempimento del luogo in cui si vive con ogni tipo di oggetto! La didposofobia è un disturbo ossessivo compulsivo a causa del quale la persona fa collezione di ogni genere di oggetto ammucchiandolo e impilandolo in casa sino a non avere più alcuno spazio per vivere e dal quale non riesce in nessun caso ad abbandonare! Questo tipo di disturbo va curato ed occorre quindi l’intervento di uno psichiatra o di uno psicoterapeuta competente.
Il clutter invece si riferisce a quel disordine dal quale ci si giustifica dicendo che il caos vige per “mancanza di tempo”, “mancanza di spazio”, “mancanza di aiuto” non rendendosi conto che invece è questione di metodo e questione di bisogni da soddisfare !
Cosa fare allora in casi come questo? La soluzione è fare decluttering.
Il decluttering si occupa proprio di liberare la casa, l’ufficio, la macchina … dall’accumulo di oggetti tenedo solamente ciò che dona piacere e fa stare bene e poi di ordinare il tutto in modo che in casa non si crei più disordine e si possa godere appieno degli spazi.
L’azione di decluttering agisce su due livelli, su di un livello puramente materiale, il nostro mondo fisico (la casa) e su di un livello intimo, il nostro mondo interiore.
Quali sono i vantaggi di questa tecnica?
Innanzitutto avere più ordine permette di avere più tempo, infatti se vi è un posto per ogni cosa ed ogni cosa di conseguenza ha il proprio posto si riesce a tenere la casa in ordine velocemente, inoltre quando si ha necessità di utilizzare un oggetto si saprà dove trovarlo e non si perderà tempo in un’affatto divertente e sicuramente sfinente caccia al tesoro!!!
In secondo luogo è un risparmio di denaro perchè se si avrà tutto a portata di occhio e di mano si eviteranno acquisti doppi, acquisti in eccesso perchè si sfrutterà agevolmente e con creatività tutto quello che si possede e piace. Inoltre conservare oggetti, vestiti, ect. implica il costo dello spazio e del suo mantenimento (si paga un affitto e le tasse sull’immobile in cui si vive e che è occupato dai nostri oggetti!).
Fare decluttering allena al cambiamento, allena a trovare un modo nuovo, pratico ed agevole di sistemare le cose, porta ad assumenre nuove abitudini, mostra che cambiare è possibile e che i cambiamenti possono portare benessere.
Mentre si fa spazio eliminando tutto quello che non serve e non piace, mentre si sperimenta il piacere di liberarsi di tutto quello che ingolfa e rallenta la vita, scelta dopo scelta aumenta la fiducia in se stessi, nella propria capacità di scegliere, nel rendersi conto che è possibile lasciare andare e che farlo alla fine dona gioia, libertà e spazio!!!
Mentre si fa ordine nella propria casa scartando le cose vecchie, rotte, inutili, che non piacciono più o che non vanno più bene, piano piano si lasciano andare anche pensieri inutili, lentamente ci si liberia di emozioni passate e malsanamente trattenute, ci si accorge che si velocizza il processo di creazione della prorpia identità più autentica e nuove energie fluiscono.
Come si procede?
La prima cosa da fare è l’osservazione degli spazi da vari punti di vista, stanza dopo stanza: ci si sposta e si guarda con attenzione come si sono occupati e con che cosa; in un secondo momento si immaginano gli stessi spazi come si vorrebbe che fossero, come piacerebbe che fossero arredati, cosa di esistente si potrebbe spostare o togliere ed alla fine si stende un programma.
Fare delle liste è estremamente importante!
Fare la lista di ciò che si deve eliminare, fare la lista di ciò che va aggiustato, fare la lista delle cose da regalare, fare la lista delle cose che mancano …
Una volta fatto questo è importante non scoraggiarsi e non farsi prendere dal panico, è vero potrebbe sembrareun’impresa titanica dare vita, spazio e calore alla casa nella quale si vive e che ci accoglie ogni volta che rientramo da fuori, ma non è così!
Ecco, grazie ad un paio di respiri profondi si è pronti per iniziare.
Si inizia dalle piccole cose, dal riordinare un cassetto non dimenticando di svuotarlo completamente, di eliminare tutto quello che non serve, di accantonare quello che non va riposto lì. Una volta fatto questo si pulisce per bene, se necessario accomodarlo si aggiusta e poi si ripone quello che è destinato a quello spazio con ordine ed in modo che tutto sia accessibile ed abbia un posto suo! … oppure si può iniziare da una mensola o dal porta-riviste … l’importante è compiere un piccolo passo e poi un altro piccolo passo questo permetterà di allenarsi e di avere la forza di affrontare un programma più robusto e sostanzioso che alla fine porterà ad avere una casa ordinata, pulita, ariosa dove le energie positive circoleranno e porteranno tanto benessere e novità!!!

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L’acqua del paradiso

Nel corso della loro vita da nomadi, Harith il Beduino e sua moglie Nafìsa erano soliti piantare la loro logora tenda dove potevano trovare qualche palma da dattero, qualche ramoscello rinsecchito per il loro cammello, o uno stagno di acqua salmastra.
Erano anni che facevano questa vita e ogni giorno Harith compiva gli stessi gesti: con la trappola prendeva i topi del deserto per via della loro pelle e con le fibre di palma intrecciava corde che vendeva alle carovane di passaggio.
Un giorno, tuttavia, una nuova sorgente sgorgò dalle sabbie del deserto. Harith si portò l’acqua alle labbra e gli sembrò l’acqua del paradiso. Quell’acqua, che noi avremmo trovato terribilmente salata, era infatti molto meno torbida di quella che era abituato a bere. “Devo assolutamente farla assaggiare a qualcuno che sappia apprezzarla”, si disse Harith.
Si incamminò quindi sulla strada per la città di Bagdad e per il palazzo di Harun El-Rashid, fermandosi solo per sgranocchiare qualche dattero. Portava con sé due otri pieni d’acqua: uno per sé e l’altro per il Califfo.
Alcuni giorni dopo raggiunse Bagdad e andò direttamente a palazzo. Le guardie ascoltarono la sua storia e, non potendo fare altrimenti  perché era questa l’usanza, lo ammisero all’udienza pubblica tenuta dal Califfo.
“Comandante dei credenti”, disse Harith, “sono un povero beduino e conosco tutte le acque del deserto, benché sappia ben poco di altre cose. Ho appena scoperto quest’Acqua del Paradiso e ho subito pensato di portarvela perché, in verità, è un regalo degno di voi”.
Harun il Sincero assaggiò l’acqua e, dato che capiva i suoi sudditi, ordinò alle guardie di far accomodare il beduino e di trattenerlo finché non avrebbe fatto conoscere la sua decisione. Poi chiamò il capitano delle guardie e gli disse: “Ciò che per noi è niente, per lui è tutto. Al calar della notte conducetelo fuori dal palazzo. Non lasciate che veda il possente Tigri; scortatelo fino alla sua tenda senza permettergli mai di bere acqua dolce. Poi dategli mille monete d’oro con i miei ringraziamenti per i suoi servigi. Ditegli che lo nomino guardiano dell’Acqua del Paradiso e che dovrà offrirne da bere a mio nome a tutti i viaggiatori”.
storiella sufi trovata sul sito: http://www.sufi.it/sufis…/Mulla_Nasruddin/acqua_paradiso.htm

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