Un contadino giapponese disperato chiese un incontro con un famoso Maestro Zen e il suo allievo; quando si presentò, il contadino disse:
“Maestro, mi devi aiutare! Sono disperato! Mia moglie mi ha scacciato di casa perché dice che sono un fannullone, mio figlio maggiore è scappato con una geisha invece di aiutarmi nei campi, il Daimyô ha preso gli altri due miei figli maschi per le sue guerre, non mangio da tre giorni, mia madre è morta lo mese scorso.
Ti prego aiutami, solo tu puoi farlo!!!”
Maestro e discepolo si trovavano nel giardino della loro dimora, l’allievo guardò il Maestro che sembrava pensoso, una farfalla svolazzava allegramente tra fiori rossi porpora e il cielo era terso, spirava una leggera brezza primaverile che rinfrescava l’ambiente.
Il contadino era trepidante in attesa della risposta che il Maestro gli avrebbe dato e anche il discepolo non poteva proprio immaginare come il Maestro avrebbe potuto aiutare il povero contadino.
Dopo qualche minuto il maestro si voltò verso il contadino e gli disse: “Ricordati che l’acqua scorre nel ruscello, le farfalle volano, il vento ci accarezza e il cielo è blu.”
Il contadino rimase ammutolito per qualche secondo, poi iniziò a ringraziare il Maestro e ad inchinarsi, sembrava veramente sollevato dal peso delle sue disgrazie.
Quando il contadino se ne andò, il discepolo si rivolse al Maestro: “Maestro, non ho capito il senso della sua risposta” e il Maestro gli disse:
“Aspetta, abbi pazienza!’
Passò un anno e il contadino tornò a fare visita al Maestro.
La sua condizione esteriore denotava un sicuro miglioramento rispetto l’anno precedente.
Arrivato al cospetto del Maestro Zen gli disse:
“Maestro, le sue parole mi hanno veramente aiutato, mi hanno svelato lati che non vedevo nella mia situazione: mia moglie mi ama e mi accudisce, il mio figlio maggiore è tornato e mi aiuta seguendo le mie indicazioni, anche il Daimyô ha ascoltato questo povero contadino e ha restituito entrambi i miei figli minori che così possono aiutarmi nei campi.
Sono diventato un uomo benestante e felice e questo lo devo ai tuoi preziosissimi consigli”.
Il contadino fece un dono al Maestro e se ne andò.
Quando furono soli, il discepolo disse:
“Maestro, non ho ancora capito, malgrado abbia meditato tutto l’anno, come le tue parole possano aver aiutato quel contadino. Ti prego, spiegamelo!”
Il Maestro gli rispose:
“Caro discepolo, è questo uno dei vantaggi di essere un Maestro Zen: puoi dire quello che ti passa per la testa sicuro che la gente lo interpreterà come grande insegnamento! … e agirà di conseguenza!”
L’amore è basato sul rispetto. L’amore non prova dispiacere per nessuno, ma prova compassione. L’amore non ha aspettative. Quando amiamo non abbiamo aspettative: agiamo perché vogliamo farlo. Vi sentite dispiaciuti per me quando non mi rispettate, quando non pensate che io sia forte abbastanza per farcela. D’altro canto l’amore rispetta.
Ti amo , so che puoi farcela. So che sei forte abbastanza, intelligente abbastanza, bravo abbastanza da poter fare le tue scelte. Se cadi, ti posso allungare la mano e aiutarti a rialzarti. Posso dire:”Puoi farcela, continua”. Questa è compassione, ma non è lo stesso che sentirsi dispiaciuti. L’amore è completamente responsabile. Qualsiasi cosa pensiamo, qualsiasi cosa facciamo ha delle conseguenze. Sperimenteremo le conseguenze delle nostre azioni in un modo o nell’altro. Ogni essere umano è responsabile delle proprie azioni, anche se non vuole. L’amore è sempre gentile; quella gentilezza vi rende generosi e apre tutte le porte. L’amore è generoso. L’amore è incondizionato. Nel sentiero dell’amore non ci sono se. Non ci sono condizioni. Io ti amo come sei e tu sei libero di essere come sei.
Don Miguel Ruiz – “I quattro accordi”