enrica rossi

La tua Vita, il posto migliore dove Essere!

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Un contadino giapponese disperato chiese un incontro con un famoso Maestro Zen e il suo allievo; quando si presentò, il contadino disse:
“Maestro, mi devi aiutare! Sono disperato! Mia moglie mi ha scacciato di casa perché dice che sono un fannullone, mio figlio maggiore è scappato con una geisha invece di aiutarmi nei campi, il Daimyô ha preso gli altri due miei figli maschi per le sue guerre, non mangio da tre giorni, mia madre è morta lo mese scorso.
Ti prego aiutami, solo tu puoi farlo!!!”

Maestro e discepolo si trovavano nel giardino della loro dimora, l’allievo guardò il Maestro che sembrava pensoso, una farfalla svolazzava allegramente tra fiori rossi porpora e il cielo era terso, spirava una leggera brezza primaverile che rinfrescava l’ambiente.

Il contadino era trepidante in attesa della risposta che il Maestro gli avrebbe dato e anche il discepolo non poteva proprio immaginare come il Maestro avrebbe potuto aiutare il povero contadino.

Dopo qualche minuto il maestro si voltò verso il contadino e gli disse: “Ricordati che l’acqua scorre nel ruscello, le farfalle volano, il vento ci accarezza e il cielo è blu.”

Il contadino rimase ammutolito per qualche secondo, poi iniziò a ringraziare il Maestro e ad inchinarsi, sembrava veramente sollevato dal peso delle sue disgrazie.

Quando il contadino se ne andò, il discepolo si rivolse al Maestro: “Maestro, non ho capito il senso della sua risposta” e il Maestro gli disse:
“Aspetta, abbi pazienza!’

Passò un anno e il contadino tornò a fare visita al Maestro.
La sua condizione esteriore denotava un sicuro miglioramento rispetto l’anno precedente.
Arrivato al cospetto del Maestro Zen gli disse:
“Maestro, le sue parole mi hanno veramente aiutato, mi hanno svelato lati che non vedevo nella mia situazione: mia moglie mi ama e mi accudisce, il mio figlio maggiore è tornato e mi aiuta seguendo le mie indicazioni, anche il Daimyô ha ascoltato questo povero contadino e ha restituito entrambi i miei figli minori che così possono aiutarmi nei campi.
Sono diventato un uomo benestante e felice e questo lo devo ai tuoi preziosissimi consigli”.

Il contadino fece un dono al Maestro e se ne andò.

Quando furono soli, il discepolo disse:
“Maestro, non ho ancora capito, malgrado abbia meditato tutto l’anno, come le tue parole possano aver aiutato quel contadino. Ti prego, spiegamelo!”

Il Maestro gli rispose:
“Caro discepolo, è questo uno dei vantaggi di essere un Maestro Zen: puoi dire quello che ti passa per la testa sicuro che la gente lo interpreterà come grande insegnamento! … e agirà di conseguenza!”
L’amore è basato sul rispetto. L’amore non prova dispiacere per nessuno, ma prova compassione. L’amore non ha aspettative. Quando amiamo non abbiamo aspettative: agiamo perché vogliamo farlo. Vi sentite dispiaciuti per me quando non mi rispettate, quando non pensate che io sia forte abbastanza per farcela. D’altro canto l’amore rispetta.
Ti amo , so che puoi farcela. So che sei forte abbastanza, intelligente abbastanza, bravo abbastanza da poter fare le tue scelte. Se cadi, ti posso allungare la mano e aiutarti a rialzarti. Posso dire:”Puoi farcela, continua”. Questa è compassione, ma non è lo stesso che sentirsi dispiaciuti. L’amore è completamente responsabile. Qualsiasi cosa pensiamo, qualsiasi cosa facciamo ha delle conseguenze. Sperimenteremo le conseguenze delle nostre azioni in un modo o nell’altro. Ogni essere umano è responsabile delle proprie azioni, anche se non vuole. L’amore è sempre gentile; quella gentilezza vi rende generosi e apre tutte le porte. L’amore è generoso. L’amore è incondizionato. Nel sentiero dell’amore non ci sono se. Non ci sono condizioni. Io ti amo come sei e tu sei libero di essere come sei.
Don Miguel Ruiz – “I quattro accordi”

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La Paura – storiella zen

Un vecchio saggio stava attraversando la giungla in compagnia di un suo giovane monaco. Scese la notte e cominciarono a calare le tenebre. Il vecchio saggio chiese al giovane monaco:
‘Figlio mio, credi che lungo questo sentiero ci siano pericoli? Questo sentiero attraversa una fitta foresta e stanno calando le tenebre. Abbiamo qualcosa da temere?’.
Il giovane monaco era molto sorpreso, poiché in un sannyasin non dovrebbe mai sorgere il problema di avere paura, sia che si trovi in una notte buia oppure illuminata, sia che si trovi in una foresta oppure sulla piazza del mercato, quindi quella domanda era davvero sorprendente. Inoltre, questo vecchio non aveva mai avuto paura. Che cosa gli stava accadendo? Perché adesso mostrava di aver paura? C’era qualcosa che non andava!
Camminarono ancora un po’ e la notte diventò più buia. Il vecchio chiese di nuovo: ‘C’è qualcosa di cui dobbiamo preoccuparci? Raggiungeremo presto la città più vicina? Quanto è ancora distante?’. Poi si fermarono vicino a un pozzo per lavarsi le mani e il viso. Il vecchio consegnò al giovane monaco la borsa che portava in spalla dicendogli: ‘Abbi cura della mia borsa’.
Il giovane pensò: ‘Certamente deve contenere qualcosa, altrimenti non sarebbe sorto in lui il problema della paura e non avrebbe raccomandato di prendermi cura della borsa’.
Per un sannyasin era insolito anche il fatto di prendersi cura di qualcosa; in questo caso, non avrebbe senso diventare sannyasin, infatti chi ha delle cose da custodire ha una proprietà. Che bisogno ha un sannyasin di prendersi cura di qualcosa?
Il vecchio cominciò a lavarsi il viso e il giovane diede uno sguardo nella borsa: vide che conteneva un lingotto d’oro, e comprese la causa della paura. Lo gettò via e mise nella borsa una pietra di uguale peso. Il vecchio, subito dopo, tornò in fretta dal giovane e si riprese la borsa; la tastò, ne verificò il peso sollevandola, se la mise sulla spalla e si rimise in cammino.
Dopo un breve tratto, tornò a chiedere: ‘Sta diventando proprio buio, abbiamo perso la strada? C’è qualche pericolo?’.
Il giovane gli rispose: ‘Non avere paura. Ho gettato via la tua paura’.
Il vecchio saggio era sconvolto. Guardò immediatamente nella borsa e vide che al posto dell’oro c’era una pietra. Per un attimo rimase attonito e poi, scoppiando in una risata, esclamò: ‘Che idiota sono stato! Portavo in spalla una pietra e avevo paura perché credevo fosse un lingotto d’oro’. A quel punto lo gettò via e disse al giovane monaco: ‘Dormiremo qui questa notte, visto che al buio è difficile trovare la strada’. E quella notte dormirono pacificamente nella foresta.

tratto da “Ricominciare da sé” di Osho ed. Oscar Mondadori

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Della Meditazione …

Il quotidiano 2.0 è frenetico, veloce, sempre di corsa ed in continuo cambiamento; mille sono gli impegni e le sfide che riempiono le giornate, tante le emozioni negative o positive che si susseguono e si alternano nel cuore, nell’animo e nella mente; tanto è il rumore e tante le parole che sono più baccano che colonna sonora per la Vita.
Fermarsi, riflettere e fare chiarezza permette di recuperare la propria Meta, aiuta a comprendere se si stanno facendo deviazioni inefficaci, a ritrovare Equilibrio.
La Creatività si sviluppa, si iniziano ad osservare le situazioni da angolature diverse grazie alle nuove prospettive che pian piano si presentano per l’ampliamento della visione individuale e soprattutto per lo sviluppo della Consapevolezza.
Vivere consapevolmente significa vivere in modo pieno e gioioso godendo la Vita ed assumendosene la Responsabilità in prima persona, significa essere nel “qui ed ora” presenti a se stessi.
Non è facile imparare a rallentare e prendere una pausa dedicando del tempo a se stesse senza avere la sensazione di perderlo, ma essendo intimamente convinte che quel tempo è importante e costruttivo, che darà energia e positività e porterà nella propria Vita tanti benefici.
Uno strumento molto efficace per raggiungere questo scopo è la Meditazione.
La Meditazione richiede quotidianamente circa una mezz’oretta; si individua un luogo tranquillo lontano dai rumori e dalle parole (il cellulare spento e la porta rigorosamente chiusa, magari con un simpatico cartello “Non distrurbare, sto meditando”), si crea un’atmosfera calda ed intima grazie all’aroma di un incenso o di una candela se fa piacere , si utilizza una musica rilassante o una traccia di meditazione già pronta.
Varie sono le modalità per meditare, generalmente ci si mette in una posizione comoda,sedute su di una sedia o per terra a gambe incrociate, si chiudono gli occhi e si ripete o mentalmente o a voce ritmata un Mantra per tutto il tempo che si vuole dedicare a questa pratica ( esiste anche una Meditazione camminata che mi attira molto ed ho intenzione di approfondire e di cui magari vi scriverò una volta che l’ ho testata).
E’ proprio ripetendo consecutivamente questo Mantra che piano piano i pensieri si placano facendo entrare il silenzio, le emozioni si armonizzano tornando in equilibrio, il vortice frenetico del tempo si ferma lasciando finalmente uno spazio vuoto pronto ad accogliere la nostra essenza più intima.
La Meditazione è benefica anche per il corpo, è infatti un ottimo rimedio contro i disagi generati dallo stress, è un ottimo stabilizzatore dell’umore ed aiuta a prevenire leggeri stati depressivi, favorisce la regolazione del sonno, aumenta la concentrazione e contribuisce al miglioramento della produzione di ormoni e di neurotrasmettitori che proteggono da molti disturbi (per es. insonnia e dipendenze) o malattie ( per es. influenza e osteoporosi).
Vi devo confessare che il traguardo della meditazione giornaliera lo debbo ancora raggiungere ed il principale motivo per cui sto facendo resistenza alla decisione di ritagliarmi uno spazio quotidiano di silenzio tutto per me è che il momento ideale sarebbe la mattina presto presto ed alcune volte taccio la sveglia, mi giro e continuo a dormire …

Nota: per cominciare potete ad es. utilizzare le Meditazioni di Deepak Chopra che sono meravigliose; ciclicamente Deepak propone percorsi gratuiti di 21 giorni ai quali chiunque può partecipare previa iscrizione. Sono belle anche le Meditazioni che si trovano sul sito Omnama alcune delle quali gratuite; se ne possono comunque trovare altre navigando in internet!

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